venerdì 4 dicembre 2009

U.R.S.S.







Iosif Vissarionovic Dzhugashvil
Stalin



Nato a Tiflis nel (1879) da un ciabattino alcolizzato e da una lavandaia, dal 1894 al 1899 con l'aiuto del parroco frequentò il seminario teologico di Tiflis, dove potè conoscere le idee liberali e rivoluzionarie che si erano profondamente diffuse nel Caucaso, luogo di deportazione per condannati politici. Nel 1898 si iscrisse ad una associazione segreta di Tiflis, scoperto venne espulso dal seminario. Cominciò poco dopo una vera attività politica, ovviamente in contrasto con quella zarista, tanto che fini in carcere a Batum poi in Siberia. Nel '04 tornò in Caucaso, dove seguì le idee di Lenin, che prevedevano l'inizio di una rivoluzione coordinata dal partito socialista, nel corso della rivoluzione del '05, Lenin lo notò a causa delle sue azioni spregiudicate.Da adesso fino al '17 la sua notorietà fu in costante ascesa (entrò a far parte del comitato centrale del partito e divenne direttore della Pravda, si era fatto ancora notare per la pubblicazione del saggio "Il marxismo e il problema nazionale"), nonostante i periodi di prigionia in Siberia, lo deportarono ben tre volte, l'ultima delle quali durò dal '13 al '17, poi si trasferì a Pietroburgo dove aderì alle tesi rivoluzionarie di Lenin. Mentre Trockij e Lenin si affermavano alla riunioni di partito bolscevico, Stalin assieme a Sverdlov assumevano il compito dell'organizzazione del comitato centrale che non permetteva loro di stare sempre "sotto la luce dei riflettori ", ma gli permetteva di avere il controllo del partito. Una volta creato il politbjuro (organo direttivo del partito comunista) ne entrarono far parte. Dopo la rivoluzione dell'ottobre del '17 S. si adoperò per vincere la guerra civile, divenne segretario del comitato generale nel 3 aprile 1922, col progredire del processo di burocratizzazione del partito il suo potere aumento notevolmente.


Con la morte di Lenin (24 gennaio 1924) Stalin iniziò uno duro scontro con Trockji, il primo voleva imporre le sua idea di socialismo in un solo paese, il secondo avrebbe voluto continuare con le idee di Lenin. Prevalse il segretario di partito, che avvio delle riforme per perseguire le sue idee (che vedevano un distacco dalla tradizione internazionale del Marxismo), realizzò la collettivizzazione delle campagne e ideò i piani quinquennali per industrializzare la Russia. Nel '36 si cominciava a porre il problema del nazismo, Stalin per aver più libertà di agire, decise di eliminare ogni tipo di opposizione (ovvero fu l'inizio delle purghe staliniane), partendo dai leader come Kamenev, Zinov'ev, Trozkji, Radek che avrebbero potuto sostituirlo in caso di crisi, vennero o esiliati o fatti uccidere come Trozkji. Nel '39 cominciò la guerra, che mise a dura prova le capacità di S. che comunque seppe resistere anche nei momenti più difficili, usò il conflitto per reintrodurre i valori tradizionali, come il patriottismo, la solidarietà slava, la valorizzazione della storia russa. A fine guerra riuscì a imporre regimi comunisti in quei paesi occupati dall'armata rossa, alterando così la teoria di socialismo in solo paese, comunque in un certo senso si accontentò di quei risultati e tornò alle sue idee conservatrici anche se i contrasti con i paesi capitalisti si accentuarono (iniziò la guerra fredda). Morì a Mosca nel 1953.



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



Vjaceslav Michajlovic Scrjabin(Molotov)





Molotov Pseudonimo di Vjaceslav Michajlovic Scrjabin (Kukarka 1890 - Mosca 1986), rivoluzionario russo, uno tra i più importanti funzionari sovietici durante l'epoca di Josif Stalin. Si avvicinò al movimento bolscevico nel 1906, e da allora si fece chiamare Molotov (che in russo significa "martello"). Nel 1912 fondò con Stalin il giornale "Pravda", ma nello stesso anno venne deportato in Siberia dal governo zarista; pochi anni dopo riuscì a scappare e nel 1917 partecipò alla Rivoluzione russa. Dopo l'ascesa dei bolscevichi al potere, rivestì alte cariche all'interno del Partito comunista: stretto collaboratore di Stalin, fu dapprima segretario del Comitato centrale del partito e in seguito membro del Politburo; dal 1930 al 1941 fu presidente del Consiglio dei commissari del popolo e nel 1939 come ministro degli Esteri negoziò il trattato di non-aggressione con la Germania, noto come patto Molotov-Ribbentrop. Durante la seconda guerra mondiale fu vicepresidente del Comitato di stato per la Difesa. Mantenne la carica di ministro degli Esteri fino al 1949, e come tale fu a capo della delegazione sovietica alla Conferenza di San Francisco, durante la quale venne fondata l'Organizzazione delle Nazioni Unite (1945); rappresentò l'URSS nelle conferenze di Teheran, Jalta e Potsdam, dove si delineò la divisione mondiale nei due blocchi di influenza sovietico e occidentale. Dopo la morte di Stalin (1953), fu ministro degli Esteri fino al 1956. Membro del Presidium del Comitato centrale, si schierò contro Nikita Kruscev, ma nel 1957 dovette dimettersi dalle cariche governative. Fu nominato ambasciatore in Mongolia (1957-1960) e rappresentante dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica a Vienna (1960-1962). Espulso dal partito nel 1964, vi fu riammesso solo nel 1984.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------




 Ivan Stephanovic Koniev






Nato nel 1897, entra nell’Armata Rossa nel 1918. È luogotenente generale dal giugno del 1940, guida per alcuni mesi la difesa di Mosca, poi il secondo fronte ucraino. Generale dal 1943, ottiene la sua vittoria più importante all’inizio del 1944, sconfiggendo i tedeschi a Korsun sul fiume Dniepr, nella “seconda Stalingrado” della guerra nazi-sovietica. Nel corso dell’offensiva finale contro il Terzo Reich comanda il primo fronte ucraino, che assieme al primo fronte bielorusso di Zukov completa l’accerchiamento di Berlino. Diviso da una fiera rivalità con Zukov, che gli viene spesso preferito da Stalin, riuscirà a prenderne il posto nel 1946 e verrà nominato comandante in capo delle truppe di terra. Nel 1955 diventa comandante generale delle truppe del Patto di Varsavia. Muore nel 1973.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



 Konstantin Rokossovskij








Nato nel 1896, è ufficiale dell’Armata Rossa fin da giovanissimo. Vittima delle epurazioni compiute da Stalin alla fine degli anni Trenta, nel luglio 1941 riprende servizio e nel settembre 1942 comanda il fronte del Don. Riceve la resa tedesca a Stalingrado. In seguito è nominato da Stalin maresciallo dell’Unione Sovietica. Dopo i suoi successi sul fronte bielorusso e la campagna che porta alla liberazione della Polonia, viene assegnato da Stalin alle operazioni in Pomerania e in Prussia e affianca Zukov nella conquista di Berlino. Muore nel 1968.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------




Semjon Konstantinovic Timosenko







Nato nel 1895 e di origine contadina, si arruola nella cavalleria zarista per poi divenire ufficiale dell’Armata Rossa nel corso della guerra civile. Dopo le imprese nella guerra russo-finnica, viene nominato maresciallo e commissario alla Difesa e attua una profonda riorganizzazione dell’esercito. Nel 1941 comanda il fronte occidentale ritardando l’avanzata tedesca, ma nel maggio del 1942, quando i tedeschi conquistano la Crimea e avanzano su Stalingrado, viene rimosso da Stalin. Muore nel 1970.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------




Georgi Konstantinovic Zukov





Nato nel 1896 e figlio di un ciabattino, si arruola in cavalleria nel 1914 e diventa rapidamente sottufficiale. Schieratosi con i rivoluzionari nell’ottobre 1917, compie una fulminante carriera nell’Armata Rossa. È il leggendario “generale che non ha mai perso una battaglia”. Nel 1939 comanda la controffensiva russa contro il Giappone, nel 1940 l’assalto alla Finlandia. Coordina la difesa di Leningrado assediata e blocca l’avanzata tedesca su Mosca, per poi ottenere la storica vittoria nella battaglia di Stalingrado. Come comandante in capo delle forze armate sovietiche guida tutte le maggiori operazioni militari e nel 1945 attraversa la Polonia per sferrare l’assalto finale a Berlino. Dopo la guerra, temendone la popolarità, Stalin lo relega nell’ombra. Ministro della Difesa nel 1955 e membro del Presidium del comitato centrale del PCUS, verrà collocato a riposo da Krusciov. Muore nel 1974.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------